Urgenza del cambiamento: nelle aziende italiane emerge maggiore consapevolezza

Posted by Dario Favaretto

Il sentiment dei manager coinvolti nelle strategie d’innovazione di business e digitale delle maggiori imprese italiane in un’indagine presentata nel corso dell’ultimo incontro con l’innovazione digitale dei Digital Leaders Crossroad, promosso da SAP e IDC.

La si direbbe quasi una foto d’insieme prima di una maratona, o di una corsa podistica l’indagine presentata da IDC nel corso del terzo e ultimo degli appuntamenti con l’innovazione digitale dei Digital Leaders Crossroad, svoltosi poche settimane fa a Milano, iniziativa promossa da SAP e IDC.

Per cominciare a mappare i percorsi di digital transformation nelle imprese italiane, a inizio 2018 IDC ha svolto appunto un’indagine su 600 aziende di vari settori, anche per individuare i manager coinvolti nelle strategie d’innovazione di business e di quella digitale. Diverse, difatti, sono le figure intervistate che risultano impegnate in un ruolo attivo, a vario livello, nei processi d’innovazione aziendale. Il 53% del campione è costituito da CIO, o comunque da responsabili IT che partecipano alla regia dell’innovazione, mentre nel restante 47% si trovano imprenditori, CEO e manager non-IT (CMO, CHRO-COO, CFO, CDO, altri Lob Manager) con un approccio interfunzionale.

Disruption: orizzonte vicino anche nei settori regolamentati.

Ben sette Digital Leaders su dieci affermano di percepire l’esposizione del proprio business alla disruption digitale, anche in settori regolamentati. E, almeno sulla carta, si fa strada anche la consapevolezza di quanto stiano cambiando i paradigmi e i parametri di riferimento dato che il 60% dei manager intervistati ritiene di dover innovare in modo sperimentale e in scenari incerti.

Anche con questa spinta top down, molte aziende italiane stanno quindi attivandosi per introdurre elementi più o meno ampi di trasformazione del modello di business, anche se a diverse velocità.

Peraltro, la direzione prevalente a livello operativo pare ancora soprattutto quella di un aggiustamento in corsa: ben il 48% del campione punta infatti a interventi mirati a impatto limitato sul modello di business.

“All’interno di molte organizzazioni italiane – è il commento di Fabio Rizzotto, Associate Vice President Research & Consulting, IDC Italia – si comincia comunque a delineare un’effettiva presa di coscienza dei cambiamenti profondi in atto nella società e nei meccanismi economici. Emerge una maggiore consapevolezza da parte dei Digital Leaders della necessità di trasformare i propri processi e modelli di business per rispondere alla rivoluzione digitale”.

Focus sull’innovazione di prodotto e di servizio.

L’innovazione di prodotto e/o di servizio è di gran lunga quella su cui si focalizzano di più gli investimenti e le risorse: ben il 60% del campione la addita come l’ambito prioritario, seguito per il 31% dall’innovazione nell’area del marketing, per il 27% nell’erogazione dei servizi, nell’assistenza e nel supporto, per il 26% sul modello aziendale e organizzativo e per il 12% a livello di ecosistema.

Un altro tema affrontato dall’indagine di IDC è quello del ritmo del processo d’innovazione: anche perché la trasformazione digitale introduce elementi di complessità e nuovi meccanismi nelle organizzazioni, che comportano poi un impatto specifico sui processi aziendali e sui tempi di risposta, e proprio nel momento in cui i clienti e gli utenti aumentano le aspettative rispetto a una velocizzazione dell’interazione.

Così, per il 48% dei Digital Leaders, i ritmi d’innovazione della propria impresa non sono al passo con la trasformazione dei mercati. E il 45% ritiene di aver bisogno di migliorare i tempi di risposta alle richieste dei clienti e/o degli utenti.

Rispettare il ritmo dei clienti.

Come ci si può adeguare ai ritmi dei clienti, quindi? Le azioni messe in campo sono di diverso tipo, ma il 33% delle imprese riconosce di aver bisogno di nuove capability per rendere digital-enabled una serie di processi estesi (logistica, stato degli ordini, magazzino ecc.), mentre il 30% ammette la difficoltà a offrire un’esperienza coerente e omogenea attraverso tutti i canali disponibili.

Sul piano della valorizzazione e dello sviluppo del tema degli skills, in un quadro sfaccettato di approcci e interventi, spicca la considerazione crescente accordata alla graduale adozione di un modello partecipativo delle persone alle logiche e ai processi dell’innovazione. La bilancia pesa comunque a favore della crescita delle competenze interne.

Come si evolve la spesa ICT.

Ma qualsiasi passo nel percorso della digital transformation richiede anche il necessario spostamento della spesa ICT delle aziende verso le tecnologie più innovative, che meglio sappiano esprimere i nuovi paradigmi digitali: anche se permane una certa complessità nell’amplificare a livello aziendale le prime sperimentazioni e solo il 37% del campione intervistato prevede d’incrementare la spesa in innovazione tecnologica e digitale.

In ogni caso, il 40% delle aziende prevede di far leva su piattaforme e strumenti tecnologici innovativi per abilitare la trasformazione del business: abbastanza prevedibile è che l’utilizzo di acceleratori dell’innovazione (IoT, intelligenza artificiale/machine learning, robotica, blockchain, realtà virtuale) sia esplicitato soprattutto da quelle imprese (il 68%) che più credono in un approccio decisamente disruptive nella trasformazione del modello di business.

fonte: zerounoweb.it

 

 

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