7 campanelli d’allarme che segnalano l’assunzione di un collaboratore inadeguato

Posted by Dario Favaretto

“Cosa c’è di peggio che commettere un errore? Non riconoscerlo in tempo”

Il processo di assunzione di nuovo personale all’interno di un’azienda o di un team può essere qualcosa di estenuante e può comportare una grossa perdita di tempo. Dopo molti sforzi, finalmente avete trovato una persona che possiede le abilità che vi occorrono e sembra proprio essere quella “giusta” per l’azienda. Tuttavia, appena il nuovo assunto comincia a lavorare, qualcosa comincia a non girare per il verso giusto…

Qualche volta può capitare infatti che la persona che vi aveva convinto durante il colloquio, si rivela poi diversa in un secondo momento, nell’atto pratico lavorativo. E’ di fondamentale importanza ricordarsi che occorre lasciare un po’ di tempo al nuovo assunto per ambientarsi e apprendere come funzionano le cose nel nuovo ambiente. Tuttavia, allo stesso tempo, fallire nel riconoscere un collaboratore con un’influenza negativa può portare a malcontenti all’interno dell’azienda, ostacolando non solo la produttività ma anche lo spirito di squadra.

Ma come accorgersi il prima possibile di aver commesso un errore nell’assunzione?

Ecco una lista di 7 segnali che possono aiutarvi a riconoscere velocemente di aver intrapreso una collaborazione con la persona sbagliata.

1. Fare costantemente gli stessi errori
Come già anticipato, c’è per tutti una curva di apprendimento, ed è corretto rispettarla. Tuttavia, quando l’impiegato continua a fare sempre gli stessi errori, diventa una situazione non più sostenibile. Se il nuovo collaboratore continua a ripetere regolarmente gli stessi sbagli nonostante gli sia stato fornito un apprendimento adeguato, si tratta di un chiaro segnale di pigrizia o incompetenza.

2. Richiedere trattamenti speciali
L’orario di lavoro è concordato fin da subito e il contratto viene firmato facendo attenzione alla comprensione di ciascun punto. Dunque, se il vostro nuovo collaboratore comincia fin dalle prime settimane a richiedere privilegi speciali, non è un buon segno. Se tutti lavorano da lunedì a venerdì, dalle 8 del mattino alle 5 del pomeriggio, e questo è stato chiaramente riferito al nuovo assunto, non può pretendere di avere 4 giorni come fine settimana oppure di uscire dal lavoro presto tutti i mercoledì. Se c’erano problemi con l’orario di lavoro, avrebbe dovuto dirlo durante il colloquio. Inoltre, permettere al nuovo impiegato di fare tutto ciò che richiede, mentre i vecchi dipendenti rispettano gli accordi del contratto, rischia di creare grossi problemi nella coesione dell’azienda.

3. Lamentarsi costantemente
Ciascun capo desidera che il proprio impiegato si senta libero di dire ciò che reputa importante e utile per l’azienda, ma ciò non vuol dire continuare a lamentarsi. Se avete appena assunto qualcuno e nelle prime settimane di lavoro le uniche cose che gli sentite affermare sono che tutto è terribile, la compagnia è scadente e il caffè non è buono, molto probabilmente non si tratta della persona adatta per l’azienda. Le critiche costruttive, così come i suggerimenti, sono utili per il miglioramento, ma sono differenti dalle lamentele. Se il nuovo assunto riporta soltanto aspetti negativi senza trovare nessuna soluzione, molto probabilmente susciterà malcontenti nei colleghi.

4. Il resto del team si lamenta
L’altro lato della medaglia: il nuovo impiegato è felice, ma gli altri dipendenti cominciano a lamentarsi. Creare un clima armonioso e di rispetto tra i dipendenti è una parte fondamentale del processo di produttività di ciascuna azienda. Sfortunatamente, una cattiva assunzione può “inquinare” l’intera società. Così, se tutto andava bene e all’improvviso i vecchi impiegati diventano scontenti e la produttività si ferma perché nessuno va d’accordo con il nuovo assunto, questo è indice di un grave ostacolo. Certamente ci saranno due versioni della stessa storia, dunque occorre sempre ascoltare entrambi i poli. Tuttavia, se avete assunto da poco qualcuno e all’improvviso il luogo di lavoro diventa cupo, non produttivo e l’aria si fa sempre più pesante, probabilmente un po’ di responsabilità è da attribuire al nuovo entrato.

5. Riluttanza ad adattarsi
Questo è il caso in cui il nuovo collaboratore, quando comincia a lavorare, invece di adattarsi alla nuova azienda, fare domande e imparare come muoversi, si limita a continuare a fare quello che faceva nel vecchio posto di lavoro. Ricordatevi: c’è differenza tra avere difficoltà ad ambientarsi ed essere riluttante ad adattarsi. Certamente le buone idee, anche se provenienti da altri posti, possono essere sempre ben accette e utilizzate, tuttavia i nuovi assunti non dovrebbe essere chiusi nell’apprendere nuove modalità di lavoro. Una caratteristica fondamentale dei nuovi collaboratori è che siano flessibili e abbiano buone capacità di adattamento.

6. Il morale del team precipito
Avere il morale alto all’interno del team di lavoro è un ottimo vantaggio. Se la produzione è in continua crescita, i dipendenti si stimano a vicenda e sono soddisfatti di andare al lavoro, questi aspetti sono vitali per il benessere dell’azienda. Se tutto ad un tratto nascono incomprensioni e battibecchi, il morale crolla e l’unico cambiamento è stata l’assunzione, forse la rottura dell’equilibrio è dovuta al nuovo arrivato. Ricordatevi: i lavoratori felici sono molto più produttivi.

7. Non prendere mai l’iniziativa
Non c’è niente di peggio che pensare di aver assunto una persona intraprendente e poi scoprire di aver preso un granchio. Nelle prime settimane di lavoro, il nuovo impiegato dovrebbe essere teso a fare una bella impressione, a lasciare un segno positivo. Se il nuovo collaboratore lavora il minimo indispensabile, dice di no a tutti i progetti o continua a ripetere “Ma questo non fa parte della mia mansione!”.. beh.. sono tutti segnali di allarme.

fonte: Luca Mazzucchelli – Psicologo Milano

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