La mancata integrazione delle Applicazioni Aziendali rallenta la Trasformazione Digitale

Posted by Dario Favaretto

I protagonisti della nuova “rivoluzione industriale” sono integrazione, condivisione dei dati e automazioneL’integrazione dei dati non può che passare dall’integrazione degli applicativi aziendali visto che per ora non esiste un unico grande software che faccia tutto quello occorre per tutte le tipologie di aziende!
Ad esempio grazie alle API  possiamo far dialogare software tra di loro e sfruttare informazioni archiviate in una specifica procedura per alimentare un altro applicativo. Parleremo ancora di API in questo articolo successivamente.
Si parla molto di omnicanalità e supply chain network, tutte rivoluzioni che hanno alla loro base la condivisione dei dati e quindi, ancora una volta, l’integrazione dei software.

Un po’ di dati (rapporto annuale di MuleSoft)

  • Risulta che solo il 29% degli applicativi aziendali sia integrato; questa carenza risulta essere uno dei principali freni ad una trasformazione digitale che porti le aziende all’eccellenza nel mondo.
  • Risulta che le aziende usano in media più di 1000 applicazioni diverse; ognuna di loro elabora e immagazzina dati preziosi che se condivisibili e integrabili possono risolvere soluzioni ben più ampie rispetto a ciò per cui sono progettati.
  • Il 92% delle aziende ha dichiarato che in almeno un dipartimento interno è richiesta sia integrazione che automazione.

La difficoltà di integrare i dati tra gli applicativi rappresenta uno dei principali inibitori per la trasformazione digitale in ambito industriale.

Le aziende più all’avanguardia utilizzano le API per integrare le applicazioni e i dati.

Le API (Interfacce di Programmazione Applicativa) sono insiemi di regole e protocolli che consentono a diversi software di comunicare tra loro in modo standardizzato. Funzionano come ponti, permettendo a un’applicazione di accedere e utilizzare le funzionalità di un’altra, semplificando lo sviluppo e la integrazione di software diversi. Possiamo immaginare le API come delle porte aperte dove il software mette fuori una manina per condividere delle informazioni, sia in uscita che in entrata.
Il problema è che un applicativo deve prevedere questo strumento per interagire (non è scontato che un software metta a disposizione le API) e occorre anche il know-how per usarle correttamente.

Integrazione userfriendly con strumenti LOW-CODE

Gli strumenti low-code sono piattaforme di sviluppo che consentono la creazione e la personalizzazione di applicazioni software complesse attraverso un’interfaccia visuale e con un’attività di scrittura di codice ridotta. Questo passaggio alla trasformazione digitale tanto anelato non si realizzerà a pieno fin quando gli strumenti non saranno utilizzabili da utenti che non siano necessariamente programmatori e laureati in informatica! Uno dei punti cardine di GP Progetti è lo sviluppo di soluzioni applicative semplice da usare, intuitive e senza percorsi predefiniti.

Bidirezionalità e sicurezza del dato nell’integrazione tra applicativi

Due o più software che dialogano e scambiano dei dati devono poter esporre il dato per un suo utilizzo su un altro software ma anche riceverlo o meglio ancora riceverlo una volta rielaborato. Un po’ come una piattaforma e-commerce che espone i dati degli ordine e importa i dati per aggiornare gli stock.
GP Progetti dispone ad esempio di un modulo unico per l’interconnessione con qualsiasi impianto produttivo secondo le indicazioni del Piano Nazionale Industria 4.0. Questa soluzione garantisce uno standard di interconnessione, assicurando la bidirezionalità della comunicazione e la sicurezza del dato.  La sicurezza è infatti un tema caldo nell’integrazione tra 2 o più applicativi. La condivisione implica che il dato esca da un software per essere importato e in questa fase è esposto a rischi (comunicazione wireless, trasmissione su rete internet o VPN).

È l’operatore il primo a chiedere l’integrazione!

Siamo abituati a pensare che la scelta di adottare soluzioni innovative tecnologicamente avanzate siano ad appannaggio dei manager e dei capi d’azienda. Sono spesso proprio gli operatori che lavorano concretamente nel flusso operativo a indicare soluzioni e problemi.  La soluzione è sempre una sola: dialogo, condivisione, integrazione. Il tipico esempio è quello di chi lavora ad una fase di un processo produttivo e dice: “Se potessi sapere se quell’elemento è disponibile prima di avviare questa procedura potrei evitare di ….

Due esempi di integrazione tra applicativi tanto semplici quanto esemplificativi

Monitoraggio del flusso produttivo e gestione dello stock

Viene d’obbligo fare un esempio semplice quanto esemplificativo per descrivere una delle innumerevoli casistiche in cui l’integrazione tra 2 applicativi genera soluzioni a problemi.
Immaginiamo un software che monitora il flusso di lavoro per la produzione industriale di un prodotto assemblato e che evidenzi colli di bottiglia, tempi morti e blocchi di produzione.
Immaginiamo che esso evidenzi un blocco in uno specifico punto della catena produttiva a causa di una criticità nel mettere a disposizione un elemento proveniente dal magazzino.
Ora immaginiamo che il software di gestione magazzino e scorte possa dialogare con il software di monitoraggio dando una soluzione. La catena rallenta o si blocca perché troppo spesso il magazzino esaurisce la scorta. Oppure il pezzo è sempre in attesa presso la catena perché il picking non è ottimizzato. Un software che monitora in tempo reale i processi produttivi per ottimizzare le risorse ed è ha massima compatibilità con Industria 4.0 e con qualsiasi ERP è INTEGRO Standard di GP Progetti.

Integrazione tra il Software di approvvigionamento materiali e il software di gestione ordini dei clienti.

Un software di approvvigionamento materiali dal fornitore e un software di gestione ordini dei clienti possono dialogare mediante l’utilizzo di interfacce di programmazione applicativa (API) o altri metodi di integrazione.
Attraverso un‘API, i due sistemi possono scambiare dati in modo strutturato e automatizzato, consentendo una comunicazione efficiente tra il software di approvvigionamento e il software di gestione ordini. Ad esempioquando un cliente effettua un ordine tramite il software di gestione ordinile informazioni relative all’ordine possono essere trasmesse automaticamente al software di approvvigionamento per avviare il processo di approvvigionamento dei materiali necessari.

L’integrazione tra questi due tipi di software può portare a una gestione più fluida e automatizzata dell’intera catena di approvvigionamento, migliorando l’efficienza operativa e riducendo la possibilità di errori manuali.

Le aziende chiedono integrazione e più automazione

In un contesto aziendale sempre più orientato alla digitalizzazione, si evidenzia la crescente necessità di una maggiore integrazione tra software e l’implementazione di sistemi di automazione nelle aziende italiane. La richiesta di una sinergia più stretta tra le diverse piattaforme software deriva dalla consapevolezza che la collaborazione efficiente tra sistemi può portare a un miglioramento significativo delle operazioni aziendali.
L’integrazione agevola lo scambio rapido e accurato di dati tra applicazioni, promuovendo una gestione più coerente e tempestiva delle informazioni. Al contempo, la crescente richiesta di automazione si basa sulla volontà di semplificare processi complessi, ridurre il lavoro manuale e migliorare l’efficienza complessiva. L’adozione di soluzioni automatizzate consente alle aziende di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, accelerando i tempi di risposta alle dinamiche del mercato. In un contesto economico sempre più competitivo, la combinazione di maggiore integrazione tra software e automazione rappresenta una strategia chiave per le imprese italiane desiderose di rimanere competitive, migliorare la produttività e favorire la crescita sostenibile.

RPA cos’è e principali applicazioni d’uso

La Robotic Process Automation (RPA) è una tecnologia avanzata che utilizza software robotici per automatizzare processi aziendali ripetitivi e regolamentati. Questa forma di automazione si basa sull’impiego di “robot” software, noti come “bot”, che sono progettati per eseguire attività specifiche in modo autonomo e efficiente, simulando l’interazione umana con sistemi informatici.

Applicazioni Pratiche della RPA:

  1. Elaborazione dei Dati: I bot RPA possono essere impiegati per estrarre, elaborare e trasferire dati tra diversi sistemi, riducendo il rischio di errori umani e accelerando i processi di elaborazione dati.
  2. Gestione di Processi di Back-Office: Attività amministrative ripetitive, come la gestione di documenti, la registrazione dei dati e la gestione delle risorse umane, possono essere automatizzate attraverso la RPA, migliorando l’efficienza e riducendo i costi operativi.
  3. Automazione dei Processi Finanziari: La RPA è ampiamente utilizzata per automatizzare processi finanziari come la fatturazione, la conciliazione dei conti e la generazione di report finanziari, garantendo precisione e coerenza nei dati finanziari.
  4. Assistenza al Cliente e Gestione delle Richieste: I bot RPA possono essere addestrati per rispondere a domande frequenti degli utenti, gestire richieste di assistenza e facilitare l’interazione in tempo reale con i clienti.

Anche e soprattutto nel caso della RPA il punto di svolta è l’integrazione tra applicativi diversi visto che il Robot ha un suo software che solo se integrato con altri applicativi aziendali può svolgere funzioni avanzate e rendere efficaci ed efficienti processi produttivi.
L’applicazione della RPA è versatile e può essere personalizzata per soddisfare le esigenze specifiche di diversi settori e processi aziendali. Automatizzare queste attività consente di aumentare l’efficienza operativa, ridurre gli errori e consentire ai dipendenti di concentrarsi su compiti ad alto valore aggiunto.

Fonte: automationtomorrow.com

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