La rinascita del QR Code: dalla ristorazione al beauty, l’omnicanalità ha un (vecchio) nuovo alleato

Posted by Dario Favaretto

Lo conosciamo da diversi anni, il QR Code, ma a seguito della pandemia da coronavirus tutti noi lo stiamo riscoprendo e utilizzando maggiormente. Eppure, la sua è una storia già lunga, cominciata nel 1994 in Giappone, quando la compagnia Denso Wave, appartenente al Gruppo Toyota e attiva nella produzione di sistemi integrati e componenti per automobili, escogitò un modo più efficiente per tracciare i pezzi per le vetture.

Il QR Code è un’evoluzione del più obsoleto codice a barre, vista la sua capacità di contenere una quantità di dati maggiore rispetto a quest’ultimo. La sigla QR è un acronimo inglese di quick response, ossia “risposta rapida”, poiché il codice nasce proprio per permettere una decodifica più veloce delle informazioni connesse. Se fino alla fine degli anni ’90 la sua applicazione è rimasta confinata alla gestione delle scorte, la svolta arriva proprio nel 1999, quando la Denso Wave decide di distribuire la tecnologia sotto licenza libera, favorendone la diffusione.
Il QR Code diventa così uno standard ISO, la cui ultima revisione risale al 2015 e tuttora ce n’è una in corso. Con la possibilità per chiunque di leggere un QR Code semplicemente tramite la fotocamera di un cellulare, il formato negli anni 2000 comincia ad essere utilizzato sempre più frequentemente, grazie a nuove applicazioni e al fatto che esso può contenere svariati dati: siti internet, contatti telefonici, testi generici o sms. Inoltre, oggi chiunque può creare velocemente un QR code, tramite specifici servizi online gratuiti, app o funzioni intrinseche al sistema operativo di vari device.

 

Focus sul Retail

In Europa e negli Stati Uniti il QR Code inizialmente stenta a decollare, cominciando a diffondersi con una certa rilevanza solo dalla fine degli anni 2000, quando una fetta importante di popolazione comincia a dotarsi di uno smartphone.

A causa del coronavirus che ha imposto distanziamento e rispetto di numerose regole igienico-sanitarie, il QR Code sta vivendo una seconda giovinezza. Rappresentando un modo semplice ed economico per accedere autonomamente a risorse digitali, si candida ad elemento chiave di una strategia omnicanale, oggi più che mai fondamentale in ogni business.

Il Qr Code per il social distancing
In primis nel Retail, dove si sta assistendo ad un utilizzo sempre più frequente del QR Code. Ad esempio, è sotto gli occhi di tutti la sua diffusione massiccia nel settore della ristorazione, che ha sostituito il vecchio menù cartaceo con un menù digitale online, accessibile direttamente dallo smartphone grazie ad una scansione dal tavolo. In questo modo il cliente non deve toccare un menù che hanno già toccato altri clienti prima di lui, azzerando le possibilità di un eventuale contagio e ottenendo il link di un menù che può essere richiamato successivamente, una volta usciti dal locale. Ma si tratta di un’azione interessante anche in una prospettiva di sostenibilità, dal momento in cui il notevole risparmio di carta non può che avere un impatto positivo sull’ambiente.

QR Code e ristorazione è un binomio particolarmente interessante, che proseguirà anche ad emergenza coronavirus conclusa, perché c’è un potenziale a livello di marketing che in questo momento non è ancora sfruttato a sufficienza. Si pensi ad esempio alla possibilità di rendere il menù digitale più interattivo e multimediale, associando contenuti video. Se poi il codice è associato direttamente al tavolo, ecco che si rende possibile il collegamento con il gestionale dell’intera sala, così il ventaglio di opportunità si amplia: ordinazioni in modalità self-service, richiesta assistenza, pagamento, inoltro feedback e così via.

Il QR Code per il beauty
Ma in realtà il QR Code si sta diffondendo con facilità anche in altri settori del Retail. Una delle applicazioni più interessanti è nel mondo Beauty, dove alcuni brand in collaborazione con i retailer stanno lanciando progetti in cui il QR Code diventa un modo per accedere a servizi virtuali da sperimentare direttamente in store, come ad esempio la prova virtuale del make-up. Grazie a tecnologie avanzate di realtà virtuale, i consumatori possono provare un prodotto in piena sicurezza, con risultati fedeli al tester, e in piena comodità, in quanto è sufficiente estrarre il proprio smartphone. Anche nell’abbigliamento il QR Code sempre più spesso accompagna i cartellini dei vestiti, permettendo al cliente che magari non trova la taglia corretta di accedere velocemente al campionario online del retailer, acquistando direttamente dal sito il capo di cui si è innamorato in negozio, una variante o un modello simile. In questi casi i riflessi positivi sull’esperienza stessa della clientela in store sono evidenti, e siccome il tema dell’esperienza sul punto vendita è diventato necessariamente il focus del canale fisico, c’è da scommetterci che il QR Code ed eventuali sue evoluzioni troveranno sempre più spazio nel commercio.

 

Uno sguardo in Cina

Rivolgendo l’attenzione al mercato asiatico, più nel dettaglio a quello del Paese di Mezzo, emerge una relazione col QR Code differente, che già da diversi anni vede un’ampia diffusione nella società, grazie ad applicazioni trasversali.

Infatti, negli ultimi anni in Cina il QR Code ha giocato un ruolo essenziale, rivelandosi un elemento collante capace di creare delle vere e proprie connessioni digitali tra persone, oggetti e servizi. Non a caso parliamo di QR code economy, termine coniato da uno dei protagonisti tech più conosciuti al mondo: Tencent.

Un recente report, pubblicato dal colosso cinese in collaborazione con l’Università Tsinghua, mostra come in periodo di lockdown, retailer, supermercati, piccole aziende, bar, ristoranti e consumatori individuali abbiano utilizzato i WeChat QR Code per più di 140 miliardi di volte, registrando una crescita complessiva del 26%.

I contesti in cui vengono quotidianamente utilizzati i QR Code sono tra i più svariati e ricoprono momenti diversi della customer journey: dalla ricezione/ricerca delle informazioni sul prodotto o servizio desiderato, alla possibilità di processare i propri pagamenti in maniera del tutto contactless, il QR Code si mostra come un supporto fondamentale del cosiddetto touchless commerce.

Inoltre, in risposta all’emergenza coronavirus, la Cina ha ideato un sistema per salvaguardare maggiormente la salute dei cittadini, basato sui ben noti “Health QR Code”, lanciati da Alipay, azienda del gruppo Alibaba. Si tratta di un capillare sistema di tracciatura, alimentato proprio dalle scansioni dei QR Code nei vari luoghi, oltre che dai dati di un questionario sanitario, che permette al cittadino di ottenere il permesso di circolare o l’indicazione di rimanere in quarantena per 7 o 14 giorni. Il tutto avviene tramite una app, sulla base di un’analisi dei big data, realizzata incrociando i posti frequentati dalla popolazione con le informazioni sulla salute inserite nel questionario.

La Cina oggigiorno è sicuramente il mercato 020 (Online to Offline) più sviluppato al mondo, dove la strategia omnicanale era già intrinseca nell’economia molto prima della pandemia. Il digitale ha assunto un ruolo chiave da diversi anni, condizionando i comportamenti dei suoi consumatori, che a differenza di quelli europei sono molto più abituati ad utilizzare i QR Code per compiere qualsiasi tipologia di azione.

 

QR Code: alcuni case studies

In un’ottica retail il QR Code in Cina è stato già utilizzato per migliorare l’esperienza nei negozi, puntando anche sull’ entertainment. Nike, in occasione del suo Sports Festival tenutosi a Shanghai nel 2019, ha cercato di rendere l’esperienza in-store più coinvolgente possibile. Per raggiungere questo obiettivo, ha utilizzato proprio i QR Code: i partecipanti all’evento, tramite la scansione di un codice, avevano la possibilità di partecipare ad un badge-collecting game e di vincere dei premi speciali. Con questa strategia, più di 22 mila persone hanno preso parte all’evento e si sono uniti al gioco.

Il connubio tra QR Code e attività di engagement offline si rivela vantaggioso anche per i brand che vogliono digitalizzare un evento e renderlo il più esclusivo possibile. Estée Lauder ha lanciato l’anno scorso un concorso per permettere agli utenti vincitori di incontrare Jing Boran, una famosa star del cinema cinese. Per partecipare al concorso i consumatori dovevano prima acquistare un prodotto, in seguito scansionare il QR Code impresso e seguire l’account aziendale. In questo modo avrebbero ottenuto una parola chiave indispensabile per poter essere ammessi all’estrazione finale. Ma per partecipare all’estrazione, risultava fondamentale compilare un form con i propri dati. Un’azione di marketing che sottolinea ancora una volta l’importanza di implementare un’efficace strategia CRM, dove il QR Code può essere un prezioso alleato.

 

I vantaggi del QRCode

In generale il QR Code presenta una serie di caratteristiche e vantaggi che lo rendono molto appetibile e versatile nel mondo Retail, poiché:

  • qualsiasi esercente può creare gratuitamente un QR Code, che permetta l’accesso ad una risorsa digitale, che può essere anche ospitata sul Web;
  • rafforzamento della sicurezza igienico-sanitaria, dematerializzazione e sostenibilità ambientale;
  • ogni cliente può decodificare facilmente un QR Code, semplicemente con il suo smartphone e ormai nella quasi totalità dei casi, solo aprendo la fotocamera, senza ricorrere ad app di terze parti;
  • si tratta di uno strumento in grado di fare da ponte tra il mondo offline e quello online, supportando al meglio la strategia omnicanale a 360°, potendo essere inserito facilmente in molteplici touchpoint: dal cartello specifico al flyer, passando per il cartellone pubblicitario, lo scontrino, un adesivo ad hoc su una vetrina, etc.;
  • ottima possibilità per implementare più efficacemente una strategia CRM, collegando immediatamente il cliente al database aziendale, permettendogli di lasciare i propri dati ai fini di marketing, per usufruire dell’invio futuro di news, offerte, sconti e quant’altro;
  • abbinato ad ulteriori ambiti tecnologici – come big data e blockchain – può accrescere il potenziale delle relative applicazioni.

fonte: EconomyUp

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